In una società in continuo mutamento e con ritmi sempre più veloci, aumenta il divario tra nativi digitali e immigrati digitali. Se i secondi devono apprenderne le regole e lo vivono come qualcosa di separato al reale, i primi vi sono invece totalmente immersi e lo considerano un luogo relazionale naturale, tanto che preferiscono utilizzare sempre più il linguaggio digitale rispetto a quello vocale. Una realtà in continua espansione che si arricchirà di nuove dimensioni come gli adulti di domani detti mobile born, che ancora prima di imparare a camminare sanno già utilizzare smartphone e tablet e la stessa famiglia diventa famiglia digitale. Come riporta l’articolo è una vita scissa tra due universi, online e offline, irrimediabilmente bipolare ma che al tempo stesso si compenetrano tra loro. Proprio per questo è fondamentale la figura dell’educatore per aiutare le nuove generazioni implicatevi in modo pervasivo, a essere consapevoli e saper affrontare i pericoli della rete, dove ormai l’esperienza individuale trova senso nella connessione sociale, in una comunicazione che è alla ricerca di un riflesso in quella della relazione con gli altri. Inoltre viviamo talmente tanto in una società dove prevale la logica del consumo che la senatrice Emilia De Biasi, citando Bauman, dice: “le persone sono oggetti da consumare, proprio come le merci, la rete può amplificare tutto ciò e molti giovani adolescenti vi si adeguano passivamente”.

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